DIGITAL HEALTHHEALTH & TECHNOLOGY

Covid e Digital Health: giovani medici alla ribalta

Secondo il rapporto Future Health Index di Philips, il “boom” di telemedicina e salute digitale durante la pandemia ha stimolato l'impegno e le aspettative dei medici più giovani.

L’esperienza in prima linea durante l’epidemia di COVID-19 sembra aver rivitalizzato i professionisti sanitari più giovani, in base a quanto emerge dal sondaggio “COVID-19 and Younger Healthcare Professionals”, contenuto nel rapporto Future Health Index 2020 pubblicato da Philips, secondo il quale la digital health sarebbe oggi il “driver” di un nuovo ottimismo della classe medica e potrebbe rappresentare un punto di svolta per il settore.

Il sondaggio olandese, che ha raccolto il feedback di 500 medici di età inferiore ai 40 anni in 5 Paesi (USA, Cina, Singapore, Francia e Germania), evidenzia che la pandemia COVID-19 ha paradossalmente offerto al settore sanitario un’opportunità: consolidare i progressi raggiunti fino a oggi nella digital health.
L’esperienza accumulata nel corso dell’emergenza ha cambiato in modo significativo l’atteggiamento nei confronti delle tecnologie sanitarie digitali, soprattutto tra i giovani medici, e ora è il momento di cambiare passo, sfruttando al meglio i benefici di questa iniezione di “energia” e aspettative.

Secondo il sondaggio, il 47% dei medici più giovani avrebbe riscontrato durante la crisi un maggiore apprezzamento da parte dei loro pazienti per quanto riguarda i vantaggi della tecnologia e della telemedicina in particolare, mentre il 44% avrebbe sperimentato una più efficace collaborazione con i propri colleghi, grazie a un miglior dialogo interdisciplinare.

Interessante notare che, prima della pandemia, il 60% dei giovani operatori sanitari intervistati considerava l’Intelligenza Artificiale la tecnologia sanitaria digitale più in grado di migliorare la propria soddisfazione sul lavoro, contro il 39% che pensava la stessa cosa della telemedicina. L’ultima ricerca ha invertito quelle previsioni, con il 61% che ora preferisce la telemedicina rispetto all’A.I (53%); questo non perché ci siano meno aspettative intorno all’Intelligenza Artificiale, ma probabilmente soltanto perché la telemedicina li ha aiutati sul campo, in tempo reale.

I medici del futuro
Tra i risultati più significativi del rapporto, per quanto concerne il futuro dell’assistenza sanitaria in termini di impegno e responsabilizzazione, il 38% dei neo-medici sostiene di avere maggiori motivazioni nel continuare a esercitare la professione proprio a causa dell’esperienza maturata durante la pandemia, mentre solo il 9% dichiara di avere per la stessa ragione maggiori probabilità di abbandonare la medicina. Prima del Covid, invece, ben il 25% dei giovani professionisti aveva preso in considerazione l’idea di lasciare a causa dello stress lavoro-correlato. Questo significa che una prolungata crisi sanitaria globale che avrebbe potuto lasciare gravi strascichi di esaurimento professionale, ha in realtà potenziato l’impegno di gran parte dei medici più giovani.

Jan Kimpen, Chief Medical Officer di Philips, ha dichiarato a tal proposito che questo dato è molto significativo, e le aziende di digital health dovrebbero tenerne conto, cogliendo l’occasione di capitalizzare questo entusiasmo per le tecnologie di salute digitale con nuovi investimenti in grado di innescare un circolo virtuoso, portando ulteriore soddisfazione e migliori prospettive per il lavoro del medico di domani.

Il miglioramento della relazione con i pazienti e una maggiore collaborazione tra i medici in prima linea e i loro colleghi specialisti di altri reparti, sono stati raggiunti solo grazie alle tecnologie digitali e alla condivisione di dati e informazioni.
Ben presto tutti si sono resi conto che la telemedicina e l’assistenza virtuale offrivano l’opportunità di curarsi a distanza con l’aiuto dei medici, senza dover andare in ospedale e affrontare la paura di essere infettati dal virus.
Se prima del Covid la telemedicina era considerata un “nice to have”, durante l’emergenza è diventata rapidamente un “need to have”.

Due aspetti della telemedicina in particolare hanno fortemente segnato la direzione futura: il monitoraggio a distanza, che ha consentito ai pazienti con malattie croniche di essere assistiti a casa; e la condivisione dei dati attraverso piattaforme che consentono di condividere i dati dei pazienti in tempo reale, in modo sicuro e affidabile tra colleghi in diversi reparti e ospedali.

La crescita di apprezzamento per la telemedicina è confermata da una ricerca americana condotta dal National Center for Health Statistics (NCHS), secondo la quale il 32% delle persone negli Stati Uniti con almeno una patologia cronica aveva utilizzato la telemedicina tra aprile e giugno.

Quali ostacoli?
Secondo Kimpen, la definitiva affermazione della digital health nel prossimo futuro dipenderà da quanto i settori strategici del mondo sanitario – fornitori di tecnologia, professionisti di tutte le età, ospedali e governi – saranno in grado di sfruttare i progressi già raggiunti.

I sistemi sanitari più lenti nel cogliere le opportunità di questo “slancio” tecnologico rischiano di rimanere indietro: nell’ambito di un’assistenza basata sul valore, la digitalizzazione diventa un fattore chiave per la riduzione dei costi e la fornitura di migliori esperienze di cura.

I fornitori di tecnologia come Philips, dovranno da parte loro offrire soluzioni digitali affidabili e sicure, ma soprattutto che rendano possibile un elevato grado di condivisione dei dati, con l’obiettivo di renderli facili da usare, interoperabili, e protetti.
Naturalmente anche gli operatori sanitari devono impegnarsi nel supportare al meglio l’utilizzo di questi nuovi strumenti; gli ospedali, ad esempio, dovranno farsi trovare pronti, con buoni investimenti nell’infrastruttura IT, sapendo che un ritorno arriverà solo con il tempo e con l’utilizzo consapevole da parte dei professionisti.
Ai governi spetterà invece risolvere una volta per tutte i problemi di privacy, con leggi chiare e rigorose, ma non restrittive, per consentire la condivisione sicura dei dati tra gli ospedali, anche di Paesi diversi.

In questo scenario la ricchezza in termini di esperienza acquisita, in un periodo così breve e intenso, dai giovani professionisti del settore sanitario è probabilmente la risorsa più importante per la definiva affermazione e il futuro successo delle tecnologie digitali in medicina.

Fonti:
philips.com

healthcareitnews.com

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