HEALTH & TECHNOLOGY

A.I. vs. COVID-19

L’Intelligenza Artificiale ha smesso da tempo di rappresentare una curiosità “teorica”, e sta conquistando con inaspettata rapidità spazi sempre più di rilievo nel mondo reale, ad esempio in ambito salute.

Potenzialità enormi di cui si comincia a intravedere l’utilità pratica anche in situazioni di emergenza, come quella che abbiamo vissuto (… e in parte stiamo ancora vivendo) a causa dell’epidemia di coronavirus.

 Bluedot ci aveva avvertito…
Il 31 dicembre scorso, una decina di giorni prima che il virus Covid-19 venisse identificato e cominciasse a diffondersi, una piattaforma di intelligenza artificiale realizzata dalla startup di digital health canadese Bluedot ci aveva avvertito del rischio imminente e, grazie all’analisi dei big data, ha anche indicato in anticipo il probabile percorso seguito dal virus dopo la sua comparsa a Wuhan.

In pratica, l’algoritmo di bluedot è in grado di tracciare e anticipare la diffusione delle malattie infettive più pericolose al mondo; analizzando enormi quantità di informazioni, notizie, dati di compagnie aeree e segnalazioni di epidemie animali, può cioè identificare. Il sempre più ampio accesso ai dati globali rende così possibile generare oggi delle “intuizioni”, in grado di viaggiare più velocemente dei virus stessi; “previsioni informate” che, in mano agli esperti, possono aiutare nel contenimento delle epidemie, prima che si diffondano fuori dal luogo di origine.

La via cinese di Alibaba
L’impiego dell’A.I. potrebbe rivelarsi un’arma decisiva ai fini del successo finale nella lotta ai virus del Covid-19, ma non solo.
In Cina ci credono, tanto che il colosso del commercio elettronico Alibaba, attraverso un suo ramo dedicato alla ricerca, ha sviluppato un nuovo metodo diagnostico, basato proprio sull’A.I., che eliminerebbe i tempi d’attesa dei comuni tamponi.

Con questo algoritmo, “addestrato” con i dati di oltre 5.000 pazienti, sembra infatti possibile identificare i nuovi casi di contagio con una normale TAC, in soli 20 secondi e con una precisione superiore al 95%, analoga a quella garantita dalla valutazione di un radiologo specialista.

Quali farmaci? Ce lo dice il computer
Un terzo modo in cui l’intelligenza artificiale ci può aiutare a contrastare le epidemie virali è la ricerca di nuove terapie.
Simulazioni al computer al posto di trial clinici semplificherebbero moltissimo il percorso di ricerca e sviluppo farmaci, con tempi e costi di gran lunga inferiori.

Inoltre, l’AI può facilmente analizzare una mole di dati immensa, relativa agli studi già effettuati in campo biomolecolare, verificando l’interazione tra molecole attraverso le tecnologie di “deep learning”.
Questa via è particolarmente efficace e rapida, soprattutto per l’eventuale riposizionamento di farmaci già esistenti, per testare anti-virali già in fase di studio, o ancora per scoprire compatibilità inaspettate analizzando la struttura del virus e quella di molecole rivolte ad altre patologie.

Insilico Medicine, società biotecnologica americana, sta utilizzando una innovativa tecnologia di autoapprendimento chiamata GAN – Generative Adversarial Networks, per analizzare le caratteristiche bio-chimiche delle sostanze esistenti, filtrando i progetti delle molecole in base alla loro supposta efficacia. In pratica vengono in questo modo selezionate solo quelle che ottengono il punteggio più elevato per le loro proprietà farmacologiche, eliminando quelle che invece difficilmente potrebbero funzionare come farmaco perché chimicamente inattive.

Insilico ha annunciato che, grazie a questa metodologia, pubblicherà la struttura di piccole molecole simili alla proteina chiave del Covid-19, sintetizzando e testando oltre 100 molecole, che potrebbero rappresentare una nuova generazione di farmaci antivirali.

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