DIGITAL HEALTH

Quanto vale oggi la Sanità Digitale?

A più di un anno dal via libera al Patto per la Sanità Digitale – accordo tra Stato e Regioni per una radicale innovazione del Sistema Sanitario – è tempo di bilanci.
Il Patto dovrebbe (… o avrebbe dovuto…) garantire l’attuazione di un piano strategico condiviso per dare efficienza, trasparenza e sostenibilità al SSN attraverso l’implementazione e l’impiego delle tecnologie digitali.
A che punto siamo oggi dunque? I progressi sono ancora lenti, secondo un recente rapporto degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. O meglio, l’innovazione sta viaggiando per così dire su un doppio binario parallelo: da un lato quello ad alta velocità, dove cittadini e medici utilizzano sempre più diffusamente le tecnologie digitali per la salute, e dall’altro quello a scartamento ridotto, su cui viaggia a rilento il Sistema Sanitario Nazionale.
Il rapporto registra infatti una contrazione della spesa pubblica per la digitalizzazione della Sanità, che resta lontana dagli standard europei.
Nel 2016 lo Stato ha investito il 5% in meno dell’anno precedente (1,27 miliardi di euro) e, sommando questo dato alle molte incertezze dovute alle riforme sanitarie regionali, si capisce perché molti progetti stentino a decollare o a svilupparsi in modo organico.

Non solo ombre
Nonostante una sensazione di “fatica”, il quadro generale della Digital Health in Italia presenta anche molti risvolti positivi. L’Osservatorio segnala ad esempio che il percorso di digitalizzazione di base delle Aziende Sanitarie sta procedendo spedito, con 65 milioni di euro investiti nella Cartella Clinica Elettronica, la voce più significativa dell’intera spesa.
Esiste dunque la consapevolezza dell’importanza cruciale di offrire servizi digitali di qualità ai pazienti, solo ostacolata da risorse non sempre all’altezza.
In ogni caso, tra una difficoltà e l’altra, più dell’80% delle strutture offre già la consultazione dei referti online, e il 61% la prenotazione delle prestazioni via internet. Quasi tutte le Regioni hanno inoltre avviato l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, tuttavia mancano ancora diverse funzionalità, come la gestione del diario medico e infermieristico o della farmacoterapia, presenti in meno del 40% delle strutture.
Anche nell’ambito della telemedicina crescono gli investimenti, pari a 20 milioni di euro nel 2016 (contro i 13 milioni del 2015), e il 39% delle Direzioni Strategiche la considera un ambito prioritario, però siamo però ancora lontani da un impiego capillare di queste soluzioni di monitoraggio.

Medici e pazienti: quanto piace il digitale
Le notizie più positive sul fronte digitalizzazione arrivano però da medici e cittadini, tra i quali si registra un impiego sempre più diffuso delle nuove tecnologie e dei servizi digitali.
Il 51% dei pazienti (+2% rispetto al 2015) ha utilizzato nel 2016 almeno un servizio online relativo alla sanità, in particolare per informazioni sulle strutture (32%) e per prenotare online esami e visite (22%).
I medici utilizzano gli strumenti digitali soprattutto per informarsi o comunicare: il 42% degli internisti e il 53% dei Medici di Medicina Generale comunicano con i pazienti tramite WhatsApp, e in percentuale analoga utilizzano le App come mezzo di aggiornamento.

Il salto di qualità
Se appare chiaro che la Sanità italiana è ormai a un bivio – come affermato da Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità – in cui l’innovazione digitale è lo strumento essenziale per andare verso la sostenibilità del Sistema, sembra però altrettanto evidente che sia giunto il momento di accelerare per valorizzare le iniziative di successo già presenti sul territorio, utilizzando al meglio le risorse economiche a disposizione.
Sarà poi fondamentale – ha sottolineato Corso – investire nella cultura digitale di cittadini e professionisti della salute, coinvolgendoli nella progettazione dei nuovi servizi. Il SSN e i sistemi sanitari regionali dovranno saper rispondere pienamente alle esigenze di soggetti sempre più consapevoli, i quali chiedono a gran voce di essere protagonisti del percorso di cura, oggi da considerare a tutti gli effetti uno degli elementi chiave della rivoluzione digitale in corso.

 

Per saperne di più:
Osservatori.net

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