DIGITAL HEALTHHEALTH & TECHNOLOGY

COVID-19: dove sta andando la Digital Health?

La pandemia ha facilitato l'adozione di molte soluzioni digitali legate alla salute e alla medicina a distanza.

Il coronavirus ha sconvolto e cambiato quasi tutti gli aspetti della nostra vita ma, ovviamente, più di ogni altra cosa ha catalizzato negli ultimi 2 anni la nostra attenzione verso il tema salute, dimostrando tra l’altro l’importanza di poter contare nella nostra quotidianità su un’assistenza sanitaria efficiente.
Il percorso di affermazione dell’era della Digital Health era già cominciato da tempo, anche se diversi ostacoli avevano impedito finora il suo definitivo successo: sfide infrastrutturali, operative e culturali. Soprattutto quest’ultima era probabilmente la più impegnativa, l’ultimo vero ostacolo al cambiamento.
La pandemia ha avuto l’effetto di “mettere a terra” quello che fino a poco tempo prima ci sembrava poco realistico e praticabile.

Dal momento in cui abbiamo preso coscienza del virus e del rischio di contagio, improvvisamente abbiamo cominciato a considerare interessanti diverse soluzioni – non solo per i professionisti ma anche per il pubblico in generale – che fino a quel momento stentavamo ad accettare pienamente. Così, in pratica da un momento all’altro, molte innovative tecnologie in ambito medico sono arrivate a maturazione, anche grazie all’impegno dei medici più giovani: dalla telemedicina all’Intelligenza Artificiale, al monitoraggio, alla medicina di rete… tutte viste come possibili supporti a un sistema sanitario in crisi, nuove armi per combattere con maggiore efficacia il virus.

Intelligenza Artificiale
Prima di chiunque altro, la startup canadese BlueDot ha suonato il campanello d’allarme su un’epidemia in corso nella regione cinese del Wuhan. BlueDot ha utilizzato il suo algoritmo per rilevare le tendenze, setacciando grandi quantità di notizie, dati di compagnie aeree e rapporti di epidemie animali, è così in breve tempo ha collegato i punti, indicando quello che sarebbe stato il percorso del virus nel resto del mondo.
Da allora, sono state svolte molte ricerche sui possibili usi dell’A.I. nell’assistenza sanitaria per l’analisi, il monitoraggio e il triage dei pazienti COVID, nonché per sostenere le infrastrutture ospedaliere nell’allocazione delle risorse o nell’ulteriore scoperta di farmaci e nello sviluppo di vaccini. Il MIT ha persino sviluppato uno strumento di analisi vocale basato sull’intelligenza artificiale per identificare i pazienti COVID-19 asintomatici dalla registrazione della tosse.
E l’elenco potrebbe continuare.

Network medicine
Albert-László Barabási, fisico di origine romena, è considerato uno dei pionieri della medicina di rete.
Lo studio delle reti biologiche per scoprirne i pattern e il loro comportamento è il fulcro della sua ricerca.
Il lavoro dello scienziato è diventato più importante che mai lo scorso aprile, quando il BarabasiLab ha indicato un elenco di farmaci promettenti da testare su linee cellulari umane in un laboratorio sperimentale, in meno di 10 giorni da quando ha cominciato ad applicare le teorie della medicina di rete alla ricerca di un trattamento per il COVID-19.

Telemedicina
Le opportunità offerte dalla telemedicina sono a nostra disposizione ormai da diverso tempo, ma nel 2021 si è senza dubbio verificata una svolta decisiva.
La necessità di proteggere i professionisti sanitari e i pazienti dal virus ha determinato il boom della medicina a distanza: in altre parole, a causa dell’epidemia, l’assistenza remota ha avuto una diffusione fino ad allora impensabile. Dalla cura della salute mentale, all’invio per e-mail di ricette o certificati medici, sapevamo che molte soluzioni in teoria già esistevano, ma non ci saremmo mai aspettati che potessero essere adottate così facilmente nella nostra quotidianità.

Test fai da te
In tempi di coronavirus, aspettare in fila per un prelievo è fuori questione.
Ecco perché dopo l’assistenza remota, i test di laboratorio fai da te sono diventati in breve un vero “crack”.
Il COVID, con la necessità di ridurre il rischio di esposizione, ha avuto l’effetto di cancellare le difficoltà che in passato hanno sempre ostacolato la diffusione di questi test, e oggi i tamponi per il virus, ma anche molti esami importanti, possono essere effettuati senza nemmeno uscire di casa.

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