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Una app per “sentire” le infezioni dell’orecchio nei bambini

I ricercatori della Washington University hanno realizzato una app in grado di rilevare la presenza di liquido dietro il timpano semplicemente utilizzando un cono di carta e il microfono dello smartphone.

Le infezioni all’orecchio – otiti acute e/o con versamento – sono il primo motivo per cui i genitori portano i loro bambini da un pediatra, secondo il National Institutes of Health americano.
La presenza di fluido nell’orecchio medio – dietro al timpano – è un marker diagnostico cruciale per individuare questo genere di disturbi, molto dolorosi e talvolta dannosi quando il bambino sta imparando a parlare, perché rendono difficoltoso l’ascolto.
Le otiti sono però difficili da diagnosticare perché a volte hanno sintomi vaghi, e possono persino essere asintomatiche; i bambini piccoli inoltre spesso non sono in grado di descrivere il dolore.
Ora però le difficoltà diagnostiche potrebbero essere risolte grazie al contributo della Digital Health, con un semplicissimo e innovativo metodo fai-da-te.

Lo smartphone ci sente bene
I ricercatori dell’Università di Washington hanno infatti creato una nuova app in grado di rilevare i liquidi dietro il timpano, semplicemente utilizzando un pezzo di carta e sfruttando microfono e altoparlante dello smartphone.
L’app determina la probabilità di presenza di liquido con un livello di precisione dell’85%: la stessa percentuale ottenuta dagli strumenti specialistici utilizzati dagli otorini.
I test sono stati condotti su un campione di 53 bambini di età compresa tra 18 mesi e 17 anni, già in lista per un intervento chirurgico alle orecchie che ha poi consentito di accertare con assoluta certezza l’effettiva presenza di liquido.

Come funziona
Il funzionamento dell’app è molto semplice. In pratica lo smartphone emette una serie di trilli simili a cinguettii, guidati nell’orecchio attraverso un piccolo imbuto di carta; le onde sonore “rimbalzano” contro il timpano e tornando indietro vengono catturate dal microfono del telefono. Attraverso uno spettro sonoro l’applicazione è così in grado di individuare la presenza del liquido dietro al timpano, a seconda di come le onde interferiscono con quelle iniziali.

Uno dei ricercatori ha spiegato che il concetto è lo stesso di quando facciamo risuonare un bicchiere di vino strofinando un dito sul bordo: il suono cambia in base alla quantità di liquido contenuto. Nel caso dell’orecchio, in presenza di liquido il timpano non vibra e le onde sonore si riflettono in maniera più netta.
Anche se l’algoritmo è stato “addestrato” su bambini più grandi, un test effettuato su 15 bimbi tra 9 e i 18 mesi ha dimostrato la sua completa affidabilità anche per questa fascia di età: un dato importante, vista l’alta incidenza di infezioni all’orecchio tra i pazienti più piccoli.
Infine, il sistema è stato testato con diversi tipi di carta e modelli di smartphone, ottenendo sempre risultati coerenti.

Uno screening a portata di tutti
Lo sviluppo di uno strumento di screening così affidabile, che senza necessità di alcun hardware aggiuntivo funziona semplicemente attraverso un oggetto diffuso ovunque come lo smartphone, può rivelarsi davvero rivoluzionario per genitori e medici, soprattutto nei Paesi con accesso limitato alle risorse sanitarie.
Come sempre, la tecnologia non è in grado di sostituire il ruolo del medico ma può rappresentare un valido supporto. In questo caso specifico, un rapido controllo aiuterebbe infatti i genitori a capire se c’è la necessità o meno di rivolgersi a un dottore.
Una volta diagnosticata tempestivamente l’infezione sarà poi più facile intervenire con un trattamento antibiotico, prevenendo il rischio di danni all’udito.

Fonte: University of Washington News

Foto: Dennis Wise/University of Washington

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