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La telemedicina dopo il coronavirus

L’emergenza coronavirus che lo scorso inverno ha messo in ginocchio il nostro Paese, con ospedali al collasso e medici allo stremo, non più in grado di garantire ai pazienti il supporto necessario, ora che il peggio sembra passato, pone necessariamente sul tavolo alcune riflessioni sul ruolo della sanità oggi e sulla sostenibilità di un modello ormai superato.

A prescindere dal momento di difficoltà del Paese, è soprattutto l’invecchiamento della popolazione, insieme all’aumento delle patologie croniche, a imporre delle scelte innovative che permettano al sistema sanitario una maggiore efficienza in termini di impiego delle risorse, senza naturalmente compromettere la qualità dell’assistenza e delle cure.

Restando all’attualità, tutto fa pensare che la conclusione di questa epidemia porterà con sé una profonda trasformazione culturale e metodologica, che coinvolgerà le abitudini di ciascuno di noi.

Così come probabilmente lo smart working diventerà uno standard molto più diffuso e naturale, così l’approccio all’assistenza sanitaria si evolverà verso una maggiore elasticità e immediatezza nel rapporto e nella comunicazione medico-paziente, oltre che in una razionalizzazione degli accessi ai centri ospedalieri.
In una parola: telemedicina

CTRL C: #iorestoacasa, ma insieme al mio medico

La telemedicina è la condivisione di dati sanitari a distanza, ovvero da luoghi lontani, ma intesi anche come remoti.
Ad esempio in questo momento la casa del paziente in quarantena, anche se vicina, è comunque un luogo remoto perché “isolato” e difficilmente raggiungibile, se si vogliono evitare spostamenti non indispensabili e contatti a rischio.
Partendo da questa considerazione, Ageing Tech, startup romana specializzata nel controllo e nella gestione del paziente a distanza, ha lanciato CTRL C, una piattaforma dedicata al monitoraggio remoto del Covid-19, nel tentativo di offrire un aiuto tecnologico al SSN in un momento di grave difficoltà.
All’indirizzo dal nome evocativo altvirus.it, i pazienti in quarantena domiciliare affetti da Covid-19, o con sospetto contagio, possono richiedere gratuitamente l’accesso al servizio, previa approvazione del proprio medico curante.
Di che si tratta più nel dettaglio?

CTRL C è uno strumento web molto semplice e pratico, in cui un paziente sotto osservazione può inserire in un apposito form sintomi (tosse, affanno e mal di gola) e valori (temperatura, pressione e ossimetria), ottenendo un punteggio in base al quale l’algoritmo di valutazione offre un consiglio sull’azione da intraprendere. Il sistema può ad esempio suggerire di proseguire il monitoraggio, di intensificarlo oppure di rivolgersi al medico per un consulto.

Il vantaggio è duplice: il paziente può effettuare un’autovalutazione della sua situazione clinica senza muoversi da casa gestendo anche meglio l’ansia e soprattutto, con la condivisione dei dati in tempo reale, permette al medico di seguire costantemente l’evoluzione della malattia e cogliere tempestivamente eventuali campanelli d’allarme, intervenendo solo se necessario.

Il tutto si traduce in un alleggerimento dell’impegno dei medici di base e in una maggiore tranquillità dei pazienti, che si sentono comunque controllati in ogni momento, anche senza una visita “fisica”.
Infine, un ulteriore vantaggio di CTRL C è che si tratta di una piattaforma progettata per essere immediatamente attiva a costo zero. Non necessita di hardware aggiuntivi o di software da scaricare, si attiva solo con l’inserimento delle credenziali, permettendo di coinvolgere un ampio numero di pazienti con estrema facilità e immediatezza.

Telemedicina, oltre l’emergenza

“La situazione attuale, sviluppatasi in modo così rapido e drammatico, rende evidente a tutti come, di fronte a un’emergenza improvvisa, gli strumenti di assistenza sanitari tradizionali si dimostrino inadeguati.” – Afferma il Dott. Sergio Bella, Pediatra dell’Unità Operativa Fibrosi Cistica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, e vicepresidente della Società Italiana di Telemedicina e Informatica Medica.
“Il progetto CTRL C è il tentativo di offrire un’alternativa di supporto pratico, che garantisca un raccordo tra medico e paziente e una più stretta e costante relazione tra i due soggetti, nonostante la distanza che li separa fisicamente.” – Prosegue il Dott. Bella –

“L’operazione, gratuita e volontaria, nata per far fronte all’epidemia, può però anche essere vista come un progetto pilota; un nuovo metodo, utilizzabile in futuro in analoghe situazioni di emergenza, che permetta di mantenere un’assistenza sanitaria ‘agile’ e puntuale e una presa in carico costante nel tempo, senza esporre a rischi inutili i medici e i pazienti stessi.
In più, la mole di dati raccolti dal sistema rappresenta un patrimonio prezioso sotto il profilo epidemiologico e statistico”.

Ma il valore aggiunto di telemedicina e monitoraggio domiciliare deve essere valutato in un’ottica più ampia, e non soltanto emergenziale.

Il Dott. Bella spiega che, occupandosi di telemedicina da più di 20 anni, specialmente con un lungo progetto su pazienti con fibrosi cistica, ha raccolto una grande quantità di evidenze relative ai sistemi di telemonitoraggio, in termini di vantaggi clinici, di miglioramento della qualità di vita del paziente, di efficienza della gestione medica e, non da ultimo, di sensibile risparmio in termini di spesa sanitaria.

La speranza è che, in questo brutto momento, si riesca ad acquisire la consapevolezza che lo sviluppo della telemedicina dovrebbe essere oggi più che mai un obiettivo imprescindibile della politica sanitaria italiana; uno strumento prezioso per vincere le sfide di salute tanto dell’emergenza quanto della quotidianità.

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