INTERVISTE

Dove vado a curarmi? Te lo dicono i Big Data

Danilo Minelli, Presidente della startup milanese ThatMorning, spiega il funzionamento di una nuova piattaforma in grado di raccogliere grandi quantità di informazioni sulle strutture sanitarie, utili ai pazienti che stanno cercando l’ospedale più valido per la loro patologia, ma anche alle aziende in ambito healthcare che si affidano a business intelligence e data analytics.

 

“Rendiamo concreta la business intelligence in sanità: analytics, analisi semantica & Big Data alla prova dei fatti”, si legge nella brochure di presentazione di ThatMorning, startup milanese da poco entrata nel mondo healthcare con un approccio davvero innovativo.

La premessa, apparentemente “criptica”, si può tradurre semplicemente dicendo che la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati sono oggi una risorsa preziosa sia per i pazienti che vogliono trovare l’ospedale più affidabile dove curarsi, sia per le aziende che operano nel settore sanitario.

Approfondisce la questione, spiegando meglio di che si tratta, lo stesso Presidente di ThatMorning, Danilo Minelli.

 

La piattaforma

ThatMorning nasce alla fine 2015 dall’idea di sistematizzare e rendere utilizzabile la massa di informazioni pubbliche disponibili – ma disorganizzate – sulle strutture sanitarie del nostro Paese.

Molto semplicemente, questo significa in pratica uniformare diversi database e generare un servizio che in “modalità Google” permette di inserire il nome della patologia per trovare l’ospedale più vicino specializzato nel suo trattamento.
Alcuni hanno paragonato questo sistema al “modello Tripadvisor”, perché anche gli utenti hanno la possibilità di lasciare recensioni delle strutture, ma in realtà il funzionamento è del tutto diverso, in quanto il risultato finale è basato su parametri oggettivi e non personali.

 

Quantità + qualità: la ricetta per valutare le strutture

Una serie di interviste con il network scientifico della piattaforma, composto da circa 370 medici in tutta Italia, ha permesso di evidenziare i parametri da prendere come riferimento per la valutazione, e il loro peso relativo.

Prima di tutto la casistica relativa a ogni patologia. Su questo punto la letteratura scientifica è concorde: più è ampio il numero di casi trattati, più è elevato il livello di specializzazione della struttura.

Il secondo parametro riguarda le performance; non viene cioè analizzato solamente il quanto, ma anche il come. A questo riguardo, molti dati arrivano da un progetto ministeriale chiamato Programma Nazionale Esiti, che tramite una serie di indicatori è in grado di dire se uno specifico reparto ospedaliero ha degli outcome positivi o negativi.

Il terzo parametro riguarda il “curriculum” dei membri dell’equipe dell’ospedale, ovvero quante ricerche hanno svolto su una specifica malattia.

Ultimo aspetto preso in considerazione è lo “stream” di notizie pubblicate che coinvolgono in qualche modo la struttura: acquisto di nuovi macchinari, bandi di gara, casi di buona sanità, episodi negativi, ecc.

Poi, come accennato, sul sito sono consultabili anche le recensioni dei pazienti, ma queste sono soltanto un “corollario” e non vanno a influenzare il ranking, perché gli esperti ritengono che nella valutazione da parte del singolo spesso entrino percezioni e criteri diversi dalla semplice qualità delle cure, come ad esempio pulizia degli ambienti, gentilezza del personale, ecc.


Dove sta il business?

Questa piattaforma è gratuita e non sponsorizzata, un servizio etico che non ha ritorno economico. Ciò che permette a ThatMorning di metterla a disposizione di tutti è il business rappresentato dall’offerta di prodotti professionali alle aziende, in particolare analisi mirate della massa di dati che ha determinato i risultati visibili liberamente sul sito.

Società farmaceutiche, assicurazioni, produttori di apparecchiature medicali, ecc. sono in sostanza tutti soggetti potenzialmente interessati a conoscere più approfonditamente i dettagli della rete dell’offerta sanitaria italiana.

 

Parole e Numeri

L’aspetto innovativo in tutto questo è che l’analisi dei dati viene effettuata incrociando due tool differenti. Da una parte la business intelligence permette di analizzare i numeri: statistiche, percentuale di sopravvivenza, tempo medio di degenza, numero di casi, ecc.

Dall’altra invece viene effettuata un’analisi semantica, che permette di valutare in modo automatico le notizie stampa relative a ogni struttura, attribuendogli un sentiment, stabilendo cioè se abbiano risvolti positivi o negativi per l’ospedale a cui si riferiscono.

Combinare testi e numeri per una valutazione globale sembra un’operazione impossibile, ma in realtà è un lavoro che permette di ottenere risultati di grande precisione e affidabilità.

 

L’ospedale giusto conviene

Nei Paesi anglofoni, progetti analoghi a quello di ThatMorning sono finanziati dallo Stato, e questo significa che, da un punto di vista generale, sono ritenuti vantaggiosi per la popolazione, ma anche per il Sistema Sanitario Nazionale.

L’utilità di questi programmi è intuitiva. Guidare i pazienti verso le strutture migliori per la loro patologia permette di evitare la cosiddetta “inappropriatezza di cura”.

E naturalmente cure migliori significano meno ricoveri, meno ricadute, tempi di riabilitazione più brevi, riduzione di assenze dal lavoro… in definitiva migliore qualità di vita per le persone e maggiore risparmio per la sanità pubblica.

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