HEALTH & TECHNOLOGY

La App che aiuta i malati di Parkinson

Un esperimento condotto in Gran Bretagna mostra che l’uso di una app può migliorare la condizione dei malati di Parkinson favorendo lo scambio di informazioni con i medici.

Uno studio condotto dall’università di Birmingham per conto del ministero della Salute del Regno Unito, ha rilevato un miglioramento della condizione generale di un gruppo di pazienti affetti dal morbo di Parkinson grazie all’uso di una app installata su smartphone.

I malati che hanno usato la app per tracciare l’evoluzione dei sintomi del Parkinson hanno registrato una migliore aderenza alla terapia ed un ruolo più attivo nell’aiutare i medici a curare il loro stato di salute. Le persone che soffrono di Parkinson vanno incontro a grandi difficoltà nel gestire il regime imposto dalle prescrizioni mediche: orari diversi durante la giornata, farmaci per il Parkinson alternati a quelli per il cuore o il diabete.

Come ha rilevato l’esperimento condotto dall’università britannica, i farmaci funzionano al meglio solo se assunti rispettando le scadenze delle indicazioni mediche ed il successo dell’esperimento consiste proprio nell’aver raggiunto questo obiettivo. La app ha aiutato i pazienti a seguire il regime prescritto dai medici e ad avvertirli quando si trattava di prendere le pillole. Oltre a consentire di tracciare l’andamento della malattia attraverso una comparazione grafica fra il loro umore e il grado di sofferenza percepita.

Lo studio ha permesso ai ricercatori di scoprire l’importanza di coinvolgere i malati di Parkinson nel percorso di cura, mettendo il luce l’importanza del patient-empowerment anche per questa patologia. Come hanno raccontato gli stessi pazienti che hanno preso parte alla sperimentazione, l’uso della app ha cambiato il rapporto con la malattia consentendogli di notare anche i miglioramenti intervenuti. Infine, l’età media di chi ha preso parte al test che era di 60 anni, ha indicato che l’innovazione tecnologica  nel campo sanitario non è necessariamente associata ai giovani.

Fonte: Nature.com- Mobihealthnews.com

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