DIGITAL HEALTH

COVID-19: Digital Health e resilienza organizzativa

Digital Health e gestione dell’emergenza sanitaria: un tema che sta occupando spazi di confronto e approfondimento sempre maggiori tra i professionisti della salute, consapevoli delle preziose opportunità offerte dalle tecnologie digitali per affrontare con efficacia i momenti – come quello attuale – di profonda difficoltà organizzativa e operativa.

Aisis – Associazione Italiana Sistemi informativi in Sanità, ha organizzato un webinar intitolato “Il digitale nella gestione dell’emergenza CoViD19 nelle strutture ospedaliere”, per condividere l’esperienza di alcuni ospedali in due delle regioni oggi in prima linea nell’emergenza, Lombardia ed Emilia Romagna, per indicare a tutte le strutture sanitarie alcune buone pratiche di riferimento nell’utilizzare le soluzioni digitali per aumentare la resilienza organizzativa degli ospedali.

Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, spiega che nell’attuale gestione dell’emergenza CoViD19 in Italia le strutture ospedaliere stanno giocando un ruolo fondamentale e si trovano ad affrontare sfide organizzative, di erogazione del servizio ai cittadini e di tutela del personale che opera nelle strutture. La singola struttura ospedaliera deve migliorare le proprie caratteristiche di resilienza e nel farlo può e deve far leva su soluzioni digitali.

Si accennava al tema della resilienza, ma cosa significa esattamente?
Per resilienza si intende in generale l’abilità di sopravvivere e operare attraverso eventi imprevedibili, mutevoli e potenzialmente sfavorevoli; le caratteristiche di resilienza significative per la gestione da parte degli ospedali di un’emergenza come quella attuale, possono essere identificate in 5 punti: ridondanza, diversità, modularità, evolvibilità, prudenza.
In ognuno di questi aspetti, l’utilizzo delle infrastrutture digitali può giocare un ruolo molto significativo per l’organizzazione ospedaliera.
Ma su questo tema, come vengono affrontati i 5 punti evidenziati? Qual è l’esperienza delle singole strutture che stanno gestendo in prima linea l’emergenza?

Le esperienze dirette

Roberto Poeta, CIO, Poliambulanza di Brescia, premette a riguardo che è necessario individuare come prima cosa a chi spetta coordinare e gestire le attività, che devono sempre essere svolte all’unisono e in parallelo dai membri del team.
Riguardo ai 5 punti, la ridondanza (duplicazione di determinate funzionalità dei sistemi) è fondamentale e normalmente già molto elevata per garantire la continuità di servizio: nelle situazioni critiche questo livello deve essere sempre garantito, perché l’eventuale malfunzionamento del sistema informatico può avere un effetto moltiplicatore con esiti devastanti. Per la stessa ragione le dotazioni strumentali e le postazioni devono essere molto più numerose del necessario, così da poter lavorare anche in caso di problemi su alcune macchine. Inoltre, anche una connessione wireless perfettamente funzionante ovunque, persino in zone dove apparentemente non serve, è un aspetto da prendere in considerazione per riuscire ad essere immediatamente operativi.

La diversità, più che da un punto di vista tecnologico, va affrontata dal lato metodologico. In un contesto di emergenza bisogna pensare ad agire con quello di cui si dispone in quel momento, e ciò si traduce in un approccio diverso anche nell’evoluzione dei propri sistemi informativi: molto più pragmatico e con la massima velocità d’azione, eliminando tutto ciò che è superfluo, adottando soluzioni semplici ma molto efficaci. Dal punto di vista degli strumenti, i portatili offrono ad esempio la versatilità indispensabile in questi casi e la dimensione contenuta aiuta negli spazi ridotti dei reparti d’emergenza.
Le applicazioni e i sistemi devono poi essere pienamente modulari e flessibili, per consentire di riconfigurare facilmente e velocemente l’assetto dell’ospedale, con la creazione di reparti virtuali e di nuove aree di degenza, trasformando ad esempio il pronto soccorso in un reparto di terapia intensiva.

Dall’inizio dell’emergenza CoViD19 c’è stato poi moltissimo da fare sul fronte dell’evolvibilità, creando strumenti di comunicazione interna, oltre a organizzare la gestione e il funzionamento “plug and play” di strutture di ricovero esterne all’ospedale.
La tecnologia si rivela indispensabile anche sul fronte della comunicazione dei pazienti con i familiari, ma sempre con una base organizzativa solida per un utilizzo efficace degli strumenti disponibili.

Per quanto riguarda la prudenza, va detto che non è facile rendersi immediatamente conto di quanto possa essere complicata una situazione come quella che stiamo vivendo, ma è comunque importante adottare da subito una linea di condotta molto rigida all’interno e all’esterno della struttura, comportandosi sempre con estrema attenzione.
Ad esempio vanno individuate le zone “sporche” e quelle “pulite”, nelle quali non può entrare nulla che non sia stato prima decontaminato, ovviamente anche ogni device.
Un ultimo aspetto da non sottovalutare riguarda la cyber security: in questo periodo abbiamo assistito infatti a un forte aumento degli attacchi informatici e proteggere i sistemi da ogni possibile falla diventa perciò una priorità.

Marco Foracchia, AUSL IRCCS Reggio Emilia, CIO – Vice Presidente AISIS, parla dell’esperienza di 6 ospedali e diverse strutture territoriali, in una delle aree più colpite dal virus, ponendo l’accento tra le altre cose sul fatto che nei momenti più complicati bisogna essere “fantasiosi” e pronti ad uscire dagli schemi, pensando in modo trasversale a soluzioni pratiche e veloci per adattare il patrimonio IT esistente alle esigenze contingenti.
Ad esempio, una crf elettronica pensata per gli studi multicentrici, per noi è diventata improvvisamente uno strumento di rilevazione territoriale dei casi e dei contatti.
Oppure ancora, abbiamo trasformato le normali telecamere di sorveglianza in videocamere per il monitoraggio visivo dei pazienti e dei loro parametri vitali nelle stanze di isolamento create “al volo”, evitando così agli operatori di dover continuamente entrare ed uscire. In tutto ciò, è fondamentale il concetto di evolvibilità delle piattaforme, che devono essere flessibili e gestibili senza l’intervento dei fornitori.
Un ultimo aspetto da sottolineare: la semplicità, anche negli aspetti che possono sembrare banali. Sotto stress tutto deve filare liscio, e anche soltanto una password di accesso al sistema troppo complicata potrebbe creare problemi.

Fonte:
Aisis – Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità

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